Dichiarazione precompilata, riparte la corsa: online 30 milioni di modelli
Riparte ufficialmente la corsa della dichiarazione precompilata. Dal 15 aprile l’Agenzia delle Entrate – tra Modelli 730 e Modelli REDDITI – alza infatti il sipario su circa 30 milioni di dichiarazioni, che in teoria potrebbero essere già belle e pronte da confermare, rispedendole così come sono senza bisogno di correzioni.
Abbiamo detto bene: “in teoria”, perché un conto sono i dati precaricati, un altro conto è accettarli così, a scatola chiusa, senza verificarne l’esattezza, cosa che ovviamente non conviene a nessuno. Come riporta quest’oggi Il Sole 24 Ore, su 30 milioni di modelli precompilati, l’amministrazione punta quest’anno a riceverne indietro, senza che siano passati dalle mani di CAF e commercialisti, il 14% (in larghissima parte 730), percentuale che corrisponde a circa 3 milioni di dichiarazioni.
“Si tratta di un target tutto sommato ‘minimo’ – commenta la testata – che migliora solo di poco i 2,88 milioni del 2018, quasi che il Fisco abbia scelto di non considerare che negli anni precedenti c’è sempre stato un incremento a doppia cifra. (…) Cinque anni fa, alla vigilia del debutto della precompilata, c’era chi ipotizzava di raggiungere i 4,5 milioni di fai-da-te già al termine del triennio di sperimentazione. Cifra, questa sì, troppo ambiziosa, in uno scenario in cui si è semplificata la procedura telematica di trasmissione, mentre le regole fiscali sono rimaste ingarbugliate (come dimenticare le 360 pagine della circolare esplicativa al 730 del 2018?)”.
Questo solo per dare un’idea panoramica del ruolo pressoché insostituibile che fino ad oggi, precompilata o meno, hanno svolto gli intermediari fiscali nei confronti della platea di contribuenti, il che non è forse solo una questione di alfabetizzazione tecnologica (mi registro/non mi registro?), piuttosto di fiducia e competenza fiscale (faccio da solo/non faccio da solo?), cosa ben diversa dall’ottenere o meno un pin.
Ma i conti, come sempre, vanno fatti alla fine. Valutiamo allora la situazione. Cosa abbiamo davanti? Quel che è certo è che fino al 1° maggio i 730 precompilati saranno solo consultabili, quindi li si potrà scaricare e “leggere”, iniziando a farsi un’idea sulla bontà o meno dei valori precaricati dalle Entrate. Dal 2 maggio, invece, si potrà iniziare a trasmetterli e, ove necessario, a modificarli. Tempi invece un po’ più rallentati per i Modelli REDDITI che si potranno iniziare a modificare a partire dal 10 maggio.
Quindi cos’è che troveremo nella nostra precompilata? Negli anni dal 2015 ad oggi, il menu dei dati che l’Agenzia delle Entrate ha fatto trovare già inseriti al contribuente si è andato via via ampliando. Se ricorderete, nell’anno di debutto i contribuenti vi avevano trovato inserite solo poche voci: i redditi dei terreni e dei fabbricati, quelli da lavoro dipendente e pensione, più gli interessi sui mutui e i contributi previdenziali-assistenziali.
Dopodiché, anno dopo anno, il ventaglio delle informazioni si è notevolmente allargato, includendo ad esempio le spese d’istruzione, le spese funebri, le spese veterinarie, i premi di assicurazioni sulla vita e ovviamente tutto il ricco comparto delle spese mediche, ivi compresi (dallo scorso anno) i farmaci da banco, le spese per gli psicologi, le spese ottiche (occhiali, lenti a contatto ecc).
Inoltre, fra le altre somme che i contribuenti troveranno nella dichiarazione precompilata, vi sono anche quelle comunicate all’amministrazione finanziaria dagli amministratori di condominio relativamente agli interventi di recupero del patrimonio edilizio e di riqualificazione energetica effettuati sulle parti comuni degli edifici.
Nell’ultima fase, invece, sono entrate a far parte della dichiarazione precompilata le spese per gli asili nido e tutte le donazioni ad Onlus, associazioni di promozione sociale, fondazioni e ulteriori associazioni. Al tempo stesso, però, resta da evidenziare l’assenza di tutta un’altra serie di informazioni come le spese di affitto generalmente intese oltre a quelle, specificatamente, sostenute dagli inquilini o dagli studenti fuori sede. Mancheranno inoltre anche le spese per le attività sportive dei ragazzi.
In sostanza, a livello di informazioni disponibili sul modello precompilato, non vi sono differenze fra il Modello 730 e il Modello REDDITI. Il REDDITI precompilato contiene infatti gli stessi dati già inclusi nel 730 e per di più non contiene i redditi esteri, d’impresa e da lavoro autonomo non occasionale, che quindi andranno per forza integrati.
Detto questo, com’è che ci si “impossessa” dei modelli? Va chiarito subito che né il 730 né il REDDITI precompilato vengono spediti a casa e tanto meno per posta elettronica. L’Agenzia delle Entrate li carica online in un’area riservata del proprio sito, per accedere alla quale il contribuente dovrà fare richiesta di un codice PIN. Dopodiché, una volta ricevuto il PIN, potrà consultare la dichiarazione ed eventualmente integrarla in via autonoma, restando pienamente responsabile di quanto dichiarato.
Altrimenti, senza dover aspettare di ottenere il PIN, c’è sempre la possibilità di rivolgersi a un intermediario, il quale potrà scaricare la dichiarazione per conto del contribuente e assisterlo passo passo nella procedura di verifica e invio, fermo restando che i contribuenti per cui l’Agenzia predispone il modello precompilato non sono affatto obbligati a utilizzarlo, essendo sempre percorribile la soluzione del modello ordinario, cioè il modello compilato da zero senza la base dei dati precompilati (l’Agenzia infatti prende sempre come riferimento ciò che il contribuente consegna).