Imu Tasi: si chiudono i conti sull’acconto 2019
Oggi su Imu e Tasi si chiudono i conti per quanto riguarda l’acconto 2019, ovvero la prima tranche dell’imposta dovuta sull’anno, dopodiché per il saldo se ne riparlerà a dicembre. Nonostante per effetto dell’ultima Finanziaria, i Comuni, dallo scorso gennaio, sono tornati ad avere carta bianca per il rialzo delle aliquote (sulle quali era operativo un blocco nazionale dal 2016), ciò non incide più di tanto sulla rata di acconto.
A questo giro, infatti, può essere tranquillamente versato il 50% dell’imposta totale versata nel 2018, a meno che la casa non sia stata acquistata proprio nel 2019 o che nel frattempo non si siano verificati dei cambiamenti, come ad esempio una variazione d’uso dell’immobile o una variazione catastale a seguito di alcuni interventi effettuati. Poi, quando si tratterà di versare il saldo a dicembre, i conti potranno tornare a posto pagando l’esatta quota mancante in base alla reale aliquota stabilita dal Comune per l’anno in corso.
Nulla però deve essere versato per i seguenti immobili:
- le abitazioni principali (ad eccezione delle dimore signorili accatastate in A1, A8 e A9);
- i fabbricati rurali strumentali;
- gli immobili merce;
- i terreni agricoli strumentali all’attività;
- gli edifici religiosi destinati a culto e opere di bene e non a fini commerciali;
- le case nuove del costruttore invendute e non locate;
- gli alloggi sociali;
- gli appartamenti di cooperative edilizie a proprietà indivisa adibite ad abitazione principale;
- le case assimilate per legge o per regolamento comunale all’abitazione principale (ad esempio: le abitazioni possedute dai cittadini italiani residenti all’estero, le unità immobiliari appartenenti alle cooperative edilizie a proprietà indivisa, gli alloggi sociali, la casa coniugale assegnata dal giudice della separazione, un immobile posseduto dal personale appartenente alle forze armate, le abitazioni di anziani e disabili che hanno acquisito la residenza in istituto di ricovero).
Quindi chi deve pagare? Escludendo questi immobili che abbiamo elencato, Imu e Tasi riguardano tutti gli altri, quali le seconde e terze case – libere o affittate -, i negozi, gli uffici, i capannoni.
E come si paga? A casa non arriva nessun bollettino. Bisogna provvedere da soli oppure con l’aiuto di un esperto (le nostre sedi CAF ACLI erogano il servizio di calcolo). Sono quattro gli elementi che incidono sull’importo: la rendita catastale, la rivalutazione del 5%, il moltiplicatore e ovviamente l’aliquota specifica stabilita per le diverse tipologie di immobili, a meno che il Comune (come a volte accade) non abbia preferito stabilire un’unica grande mono-aliquota per tutti i fabbricati.
Stabilito infine l’importo da versare bisognerà compilare il Modello di versamento F24, che per i non titolari di partita Iva può essere presentato sia in modalità cartacea (presso le poste o gli uffici dell’Agenzia) che telematica. È chiaro però che rivolgendosi a un intermediario quale CAF ACLI il servizio includerà anche l’invio immediato, per via telematica, dell’F24 già compilato.
Fonte:(https://www.cafacli.it/it/notizie-fisco/imu-tasi-si-chiudono-i-conti-sullacconto-2019_1523_idnews/)