Imu 2020: in alcuni Comuni conguaglio al 28 febbraio
Conguaglio Imu il 28 febbraio 2021. Mettiamo subito in chiaro: non si tratta di uno slittamento generale che vale per tutti. Non è una proroga trasversale come quella che ha fatto slittare dal 30 novembre al 10 dicembre il termine di trasmissione per tutte le dichiarazioni dei redditi 2020. Quindi in altre parole: il 16 dicembre resta confermata, come di consueto, la scadenza per il versamento della seconda rata Imu, ovvero il saldo sul 2020. C’è un però! Il 28 febbraio 2021 sarà comunque un termine che alcuni contribuenti dovranno segnarsi in rosso sul calendario perché purtroppo non è detto che per l’Imu 2020 sia sufficiente un pagamento dilazionato nei due classici appuntamenti: acconto di giugno + saldo a dicembre.
A causa infatti degli stravolgimenti (anche fiscali) causati dalla pandemia, potrebbe volercene anche un terzo, che avrà appunto come data di scadenza il prossimo 28 febbraio. Ma come mai questa “sfasatura” che per alcuni vale e per altri no? Se ricordate, un caso analogo già lo avemmo nel 2014 con la mini Imu, quando ancora vigeva il tributo sulle prime case: in pratica il balzello era dovuto solo in quei Comuni che avessero deliberato aliquote diverse (cioè più alte) rispetto all’anno prima. Solo che al tempo il versamento extra era stato calendarizzato a fine gennaio, mentre in questo caso è stato previsto un mese in più di tempo. La motivazione in buona sostanza è il ritardo – giustificato dal Covid – dell’approvazione dei bilanci e delle delibere 2020, nelle quali i Comuni devono far appunto rientrare anche le aliquote Imu.
Ebbene. La normale agenda 2020 prevedeva infatti il 31 ottobre quale termine canonico entro il quale i Comuni avrebbero dovuto approvare le suddette delibere, confermando o modificando, in vista del saldo di dicembre, l’assetto delle aliquote Imu rispetto al 2019. Non tutti però sono riusciti a osservare il termine. In situazioni normali, se l’aliquota fosse rimasta la stessa da un anno all’altro, sarebbe stato sufficiente pagare il secondo 50% dell’imposta sulla base dell’aliquota 2019. Ma in questo caso il Decreto 125/2020 del 7 ottobre, poi convertito in legge, recante le norme sulla proroga dello stato di emergenza Covid, ha concesso una finestra ulteriore di tempo fino al 31 dicembre 2020 per quei Comuni che non avessero deliberato entro la data del 31 ottobre.
Ecco allora, a catena, la necessità di un ulteriore margine temporale per i versamenti, ma ovviamente solo nei Comuni che si fossero presi più tempo per approvare le loro delibere. Quindi ricapitolando: il 16 dicembre, in tutti i Comuni, resta fisso l’appuntamento del saldo Imu, a prescindere dalle aliquote. Poi, qualora un Comune non avesse deliberato le sue aliquote 2020 entro il 31 ottobre ma le avesse deliberate (in sostanza innalzate) entro il 31 dicembre, bisognerà a quel punto pagare entro il 28 febbraio 2021 la differenza in eccesso rispetto al versamento del 16 dicembre calcolato sulla base delle aliquote 2019.