Nel Modello 730 si “accasa” il nuovo taglio al cuneo
Di cosa parliamo in concreto? Per capirlo dobbiamo anzitutto spiegare cos’è il cuneo fiscale. Quando se ne parla ci si riferisce al totale delle trattenute fiscali/previdenziali che gravano sul costo del lavoro, sia sulle imprese che sui lavoratori. È dunque il cuneo che identifica il passaggio dal lordo al netto dello stipendio, quindi in parole povere la differenza tra quanto l’azienda sborsa a monte per il singolo lavoratore (lordo) e quanto poi effettivamente il lavoratore si ritrova in busta a fine mese (netto), con sforbiciate che non di rado arrivano a dimezzare l’importo lordo dopo il “passaggio” di imposte e contributi.
Occhio allora alla busta paga. Il taglio al cuneo, introdotto con la Legge di Bilancio 2020 e operativo di fatto dal 1° luglio, interessa nel complesso i lavoratori con redditi fino a 40.000 euro, ma con importi e modalità di applicazione differenziati. Per i lavoratori dipendenti nella fascia di reddito fino a 28.000 euro, il beneficio è infatti riconosciuto direttamente in busta paga, mentre per i redditi superiori, fino al limite di 40.000 euro, viene invece riconosciuta una nuova detrazione fiscale. In parole povere, i primi si ritrovano il bonus accreditato a fine mese sullo stipendio, mentre i secondi ne possono godere indirettamente tramite una detrazione maggiorata.
Nella sostanza il taglio al cuneo porta 100 euro al mese in più per i lavoratori con redditi compresi tra circa 8.000 euro (soglia della no tax area) e 28.000, cioè in pratica quei lavoratori che già percepivano gli 80 euro mensili del bonus Renzi più un’ulteriore fetta di persone. Va fatto però qualche distinguo: per i lavoratori infatti che già godevano degli 80 euro, l’aumento effettivo in busta paga è pari a 20 euro, sommando cioè all’attuale taglio anche il preesistente bonus Renzi (80 + 20). L’aumento è invece maggiore fino a 26.600 euro, ovvero per quei contribuenti che percepivano sì il bonus Renzi, ma collocandosi in quella fascia marginale decrescente in cui all’aumentare del reddito si abbassava il bonus.
Chi dunque finora ha risentito maggiormente della riforma del taglio sul nucleo, e che potrà eventualmente migliorare la propria posizione tramite ulteriori detrazioni spettanti col Modello 730 (per assistenza contatta CAF ACLI), sono i contribuenti con redditi compresi tra 26.600 e 28.000 euro, coloro, cioè, che dopo essere stati esclusi per tutto il primo semestre del 2020 dal Bonus Renzi, sono passati in pratica dallo zero assoluto ai 100 euro in più “caricati” in busta. Andando oltre, la riforma ha portato nel semestre luglio-dicembre per i redditi compresi tra 28.001 e 35.000 euro un aumento complessivo pari a 480 euro, ovvero i cari vecchi 80 mensili “traslati” in questa fascia superiore, mentre per chi percepisce redditi dai 35mila in su fino a 40.000 euro è stato introdotto un meccanismo a scalare, con importi ridotti all’aumentare del reddito, quindi da 80 euro fino allo zero.
Una tabella riassuntiva può aiutare a capire meglio…
Importo bonus taglio cuneo | Fasce di reddito | Modalità di erogazione |
100 euro al mese | Fino a 28.000 euro | Credito Irpef in busta paga |
80 euro al mese | Da 28.001 fino a 35.000 euro | Detrazione fiscale |
da 80 euro fino a 0 | Da 35.001 fino a 40.000 euro | Detrazione fiscale |