730 precompilato: la correzione passa dai documenti
Niente paura se un dato rinvenuto nella dichiarazione precompilata viene segnalato dall’Agenzia come “non utilizzato”, perché l’onere potrà comunque essere inserito e andrà quindi ad incidere sull’elaborazione finale. Dal 19 maggio avverrà lo sblocco delle procedure per poter mettere mano concretamente, con modifiche e integrazioni, alle dichiarazioni precompilate già disponibili online dal 10 maggio. La possibilità però di modificare i modelli nasconde talvolta delle zone d’ombra non sempre chiare agli occhi dei non addetti. Spesse volte ci arrivano dai contribuenti domande circa la possibilità di detrarre o meno degli importi che l’Agenzia indica sì nel 730 precompilato, salvo poi segnalarli come non utilizzati. In buona sostanza il dato è visualizzabile nella maschera della precompilazione, ma viene appunto accompagnato da quella postilla che lascia spazio a qualche dubbio.
È il caso ad esempio di questo signore che ci ha scritto: “Mia moglie, docente di scuola media superiore, ha aderito ad un fondo per la pensione complementare, versando una prima quota all’agenzia Generali. L’Agenzia delle Entrate ha riportato la cifra versata sul 730 precompilato, ma ha aggiunto la dicitura ‘dato non utilizzato’. Chiediamo pertanto se è possibile aggiungerla sulla dichiarazione?”. La risposta è sì, dal punto di vista tecnico la cifra potrà essere inserita, fermo restando che vi siano le giuste “pezze d’appoggio” per dimostrarne la detraibilità, ovvero la documentazione richiesta dalle Entrate ai fini degli eventuali controlli formali. Evidentemente se l’Agenzia – pur lasciando visualizzare il dato – vi aggiunge accanto la dicitura “non utilizzato”, è perché lo stesso dato, pur essendo a disposizione, non era così certo da poter essere utilizzato nell’elaborazione complessiva del precompilato.
Quel dato, in parole povere, non ha inciso sull’imposta, e quindi non ha inciso sull’esito di debito o di credito della dichiarazione presente nel cassetto fiscale del contribuente. Dichiarazione, però, che potrà essere tranquillamente modificata. A questo punto la scelta sarà del contribuente stesso, magari consigliato da un intermediario di fiducia come CAF ACLI. Quindi chiariamo: l’Agenzia delle Entrate presenta il 730 precompilato al contribuente sulla base delle informazioni che lei ha avuto da soggetti terzi (banche, assicurazioni, farmacie, strutture ospedaliere, ecc). Detto questo, il precompilato non corrisponde necessariamente a “vangelo”, può essere quindi modificato oppure integrato a seconda che l’Agenzia abbia proceduto all’elaborazione sulla base di dati errati (quindi modificabili) o che magari ne abbia omessi altri (quindi integrabili).
Ora, nel caso della moglie docente che ha aderito al fondo pensionistico, il dato “non utilizzato” costituisce un onere che evidentemente si presenta come non sicuro, segnalato comunque nel prospetto del 730, e che il contribuente potrà decidere se inserire a pieno titolo nella dichiarazione oppure eliminare. Appunto per questo l’unica vera bussola di giudizio è la documentazione che si ha sottomano. Il consiglio logico, ovviamente, è quello di eliminare il dato laddove la documentazione in nostro possesso non sia adeguata a certificarlo. Inserire infatti, a posteriori, un dato che l’Agenzia già ci segnala come dubbio, equivale di fatto a modificare il precompilato, esponendosi così al rischio dei controlli successivi.
Solo una totale conferma del 730 precompilato, così come elaborato dall’Agenzia, senza apporre alcuna modifica, garantirebbe per quella dichiarazione l’altrettanto totale esenzione dai controlli formali. Procedere allora autonomamente con la modifica o l’integrazione del modello significherebbe assumersene tutta la responsabilità. Viceversa, la strada dell’assistenza fiscale garantisce una maggiore protezione, perché in caso di controlli futuri da parte dell’Agenzia la verifica documentale verrebbe svolta nei confronti dell’intermediario e all’intermediario stesso, in caso 730 errato, sarebbe addebitato il 30% della maggiore imposta dovuta e non versata.