Profughi ucraini e il lavoro in Italia
Dopo la fase iniziale dell’emergenza è necessario un nuovo step per favorire l’integrazione dei profughi ucraini in fuga dalla guerra. Questo step si chiama lavoro e si configura come passaggio essenziale per garantire la loro indipendenza economica nel nostro paese e offrirgli le condizioni necessarie per una vita dignitosa.
A riguardo gli ucraini potranno lavorare sin da subito in forma subordinata, stagionale e autonoma. Secondo l’ordinanza 872/2022 della Protezione Civile, infatti, è necessaria la sola richiesta del permesso di soggiorno presentata in Questura e legata alla protezione temporanea Ue, per avere la possibilità di lavorare in Italia.
Come funziona l’assunzione?
In sostanza le Questure rilasciano ai cittadini ucraini una richiesta di permesso di soggiorno: un documento al cui interno sono presenti dati anagrafici del soggetto richiedente la protezione temporanea Ue e un codice numerico, con il quale può aprire una posizione contributiva presso l’Inps. Così i profughi ucraini acquisiscono per un anno il diritto al lavoro, con la possibilità di rinnovo per altri due periodi di 6 mesi ciascuno.
Lavoro in forma autonoma
La sola richiesta del permesso di soggiorno apre le porte anche per quanto riguarda la possibilità di aprire la partita Iva e di diventare così un lavoratore autonomo. Secondo i dati Unioncamere – Infocamere- Movimprese al 21 dicembre 2021, nella nostra penisola sono circa 5.729 le imprese guidate da ucraini. Riguardano in primis il settore delle costruzioni (1.741) del commercio all’ingrosso e al dettaglio (1.304). Un bacino in cui i profughi ucraini potrebbero trovare opportunità lavorative.
I settori di possibile impiego
Da un approfondimento de “Il Sole 24 Ore” sono diversi gli ambiti in cui i profughi ucraini possono trovare maggiore opportunità di possibili impieghi.
Settore sanitario: medici, infermieri, operatori socio-sanitari ucraini residenti in Ucraina prima del 24 febbraio hanno la possibilità di essere assunti con contratti a termine o avere incarichi libero professionali (anche co.co.co.), in strutture sanitarie pubbliche o private. La Commissione Ue ha proposto agli gli Stati membri di pensare all’allestimento di strutture sanitarie extraterritoriali in cui il personale sanitario con Protezione temporanea Ue possa curare proprio le persone fuggite dall’Ucraina.
Settore assistenza familiare: è fortissima la presenza di lavoratori domestici ucraini in regola nel nostro paese. Su questo ambito le associazioni di settore intendono utilizzare le risorse di Ebincolf (l’ente bilaterale del settore) per organizzare corsi di formazione destinati a chi è arrivato in Italia, sia sul lavoro di assistente familiare, sia di italiano.
Settore turistico: un’ottima opportunità per i profughi ucraini può essere quella di trovare un impiego stagionale presso alberghi e ristoranti. Le associazioni di categoria, infatti, si lamentano della difficoltà a trovare personale stagionale a causa della concorrenza del reddito di cittadinanza
Settore agricolo: è alta la richiesta di stagionali impiegati per la raccolta e il confezionamento di frutta e altri prodotti. I profughi ucraini potrebbero inserirsi in questo settore.
FONTE: IL SOLE 24 ORE