Ravvedimento speciale a saldo entro il 31 ottobre
Il 31 ottobre scade la seconda e ultima rata dell’inedita forma di ravvedimento operoso introdotta “one shot” dalla Legge di Bilancio 2023 per sanare le dichiarazioni cosiddette “infedeli” relative ai periodi d’imposta 2021 e precedenti, purché le violazioni – come da sempre statuito dalle regole del ravvedimento – non siano state già formalmente contestate dall’amministrazione. Il 2 ottobre era invece scaduto il termine per il pagamento della prima o unica rata di ravvedimento.
Regolarizzare tali dichiarazioni, fallate da errori od omissioni che hanno inciso sul debito fiscale non correttamente versato, comporta oltre al naturale pagamento della maggiore imposta e dei relativi interessi, anche una sanzione ultra-leggera, ridotta a 1/18 del minimo irrogabile (per assistenza è possibile rivolgersi a CAF ACLI Service Roma).
Ravvedimento speciale: chiusura dei conti entro 31 ottobre
Come sappiamo, l’istituto del ravvedimento operoso (introdotto nel 1997) prevede un suo calendario e delle tempistiche prestabilite: quindi, per rendere l’idea del raffronto tra un normale ravvedimento e quello “speciale” disposto dalla manovra 2023 – con scadenze 2 ottobre (prima o unica rata) e 31 ottobre (seconda e ultima rata) – si può mettere in evidenza che solitamente la misura usuale della sanzione più lieve è sempre pari a 1/10 dell’imposta dovuta (se pagata entro 30 giorni dalla data di scadenza dell’adempimento), mentre in occasione di questo ravvedimento “speciale” la sanzione viene appunto ridotta a 1/18.
Ravvedimento speciale: serve un REDDITI integrativo
Sarà dunque necessario pagare entro il 31 ottobre la seconda rata a saldo del debito calcolato tramite il Modello REDDITI integrativo per mettere una toppa sulle irregolarità o le omissioni commesse nelle dichiarazioni trasmesse dal 2022 (anno d’imposta 2021) all’ingiù (2021 per il 2020, 2020 per il 2019 e così via).
Ravvedimento speciale: quali errori vanno corretti?
Di base le irregolarità ed omissioni sotto la lente del ravvedimento “speciale” sono quelle estremamente frequenti che capitano quando si fa un 730: ad esempio aver inserito una detrazione o deduzione che in realtà non spettava, oppure un figlio o un genitore messi a carico che però non lo erano, oppure non aver inserito una CU relativa a un reddito percepito in quell’anno d’imposta la cui omissione ha fatto abbassare la soglia dell’imponibile.
Ravvedimento speciale: gli importi che vanno saldati
Il ravvedimento speciale, in conclusione, oltre alla consegna del modello integrativo, dispone il pagamento in due rate o unica soluzione:
- dell’imposta;
- degli interessi dovuti;
- delle sanzioni, ma appunto in misura ridotta a un 1/18 del minimo edittale previsto dalla legge.
FONTE CAF ACLI