IMU acconto; se l’aliquota è invariata si torna al 2023
L’acconto IMU per il 2024 bussa alle porte. Il 17 giugno, infatti, è la data che segna il termine per il versamento della prima rata, appuntamento cui sono chiamati i titolari di:
- abitazioni principali di lusso;
- seconde case;
- immobili commerciali;
- aree fabbricabili;
- terreni agricoli.
IMU 2024 prima rata: le regole del calcolo
L’acconto è rapportato ai primi sei mesi di titolarità rispetto a 12 complessivi dell’anno, quindi il calcolo dell’imposta dovuta (CAF ACLI Roma fornisce assistenza) copre di fatto il periodo 1° gennaio – 30 giugno, per poi essere completato col pagamento della rata di saldo entro il 16 dicembre. La situazione più classica è ovviamente quella degli immobili la cui situazione non è cambiata in nulla rispetto al 2023. In questo caso, ipotizzando (come in effetti è altamente probabile) che il Comune non abbia ancora introdotto variazioni sulle aliquote (di solito avviene per il saldo visto che a giugno le aliquote tendono ad essere ancora quelle deliberate per l’anno precedente) si tratterà di versare semplicemente la metà dell’imposta complessiva pagata nel 2023.
IMU 2024 prima rata: occhio alle variazioni rispetto al 2023
Altre situazioni, invece, potrebbero eccome presentare dei cambiamenti rispetto al 2023, che avrebbero quindi conseguenze dirette sul versamento: pensiamo ad esempio a un appartamento che nel 2023 era locato e adesso non più, o viceversa. Spesso infatti le aliquote comunali distinguono fra seconde case vuote o locate, per non parlare dei prelievi diversificati anche in base alla tipologia contrattuale di affitto, se libera o convenzionata; pensiamo inoltre a un’abitazione sulla quale siano intervenuti dei lavori di ammodernamento tali da incrementarne il valore catastale; oppure semplicemente ai fabbricati che nel frattempo abbiano cambiato destinazione d’uso, ad esempio da studio ad abitazione.
Insomma, in tutto questo ventaglio di casistiche, è chiaro che il calcolo IMU sui primi sei mesi del 2024 presenterà degli elementi di novità rispetto all’imposta calcolata e pagata nel 2023. Per fare un esempio pratico, un immobile rimasto vuoto fino al 31 marzo 2024 e poi affittato a partire dal 1° aprile presenterà una situazione di calcolo che dovrà appunto tener conto di due periodi: i primi tre mesi gennaio-marzo rapportati all’aliquota degli immobili vuoti, e gli altre tre mesi aprile-giugno calcolati invece con l’aliquota degli immobili locati, a meno che il Comune non preveda una maxi aliquota uniforme su tutte le seconde case, a prescindere se vuote o locate.
Altra tipologia di casi è quella degli immobili venduti o acquistati. Anche in queste situazioni il principio del calcolo rapportato al semestre gennaio-giugno non vale: chi infatti abbia acquistato una seconda casa a maggio pagherà l’acconto 2024 in rapporto al solo periodo maggio-giugno; stessa situazione, ma inversa, per chi abbia venduto nel corso dei primi sei mesi del 2024, che pagherà l’imposta rapportata fino al momento in cui si è protratto il possesso.
FONTE CAF ACLI