Superbonus 2023; confermata l’opzione a 10 anni
Dalla Manovra 2025 arrivano buone notizie per chi nel 2023 ha effettuato opere detraibili col Superbonus. Il testo della legge, infatti, reso ormai ufficiale con l’approvazione di Camera e Senato, inserisce un importante “errata corrige” sul regolamento della detrazione, che anche per le spese sostenute nel 2023 (analogamente a quanto era stato disposto per quelle del 2022 col Dl Cessioni) conferma la possibilità di applicare il bonus nell’arco più lungo (e per alcuni più conveniente) di 10 anni anziché nel canonico periodo di 4 annualità. La ratio è appunto la stessa che fu alla base del Dl Cessioni: ovviare cioè al possibile rischio di incapienza fiscale dei contribuenti a basso reddito.
Superbonus 2023: come applicarlo in 10 anni
L’opzione a 10 anni sul Superbonus 2023 – che se eseguita sarà irrevocabile – potrà avvenire tramite una dichiarazione integrativa 2024, redditi 23, da presentare entro il 31 ottobre 2025. Quindi, in termini pratici: per coloro che hanno eseguito e pagato opere di Superbonus nel 2023, e che verosimilmente avranno già iniziato a usufruire della prima rata di detrazione (calcolata però su 4 anni) col 730/24, la Legge di Bilancio ha disposto un prolungamento da 4 a 10 anni del periodo di “consumo”.
Quattro anni, infatti, è la rateazione ordinaria che fu pensata per il Superbonus fin dall’inizio, cioè da quando fu istituito nel 2020. Dieci rate sono invece il “percorso” classico previsto per tutti gli altri bonus-casa, come il 50 e 65% su ristrutturazioni, mobili e risparmio energetico. È chiaro allora che per un contribuente a basso reddito, e di conseguenza con imposte più basse, il rischio di trovarsi con quattro rate di Superbonus tutte più alte dell’imposta annuale, quindi in pratica con una detrazione ogni anno più alta di quanto l’imposta medesima possa contenere, è assolutamente concreto.
Superbonus 2023: soluzione per aggirare l’incapienza fiscale
Ecco allora che il legislatore della manovra, come già accaduto nel Dl Cessioni (relativamente alle spese di Superbonus 2022), ha permesso a quei contribuenti su cui pende il rischio dell’incapienza fiscale, di correggere le dichiarazioni 2024 spalmando stavolta il bonus entro un periodo più esteso di 10 anni, in modo tale da assorbirlo tutto e non solo in parte, come invece rischierebbero con la rateazione più breve di 4 anni. Il modo, come abbiamo detto, sarà la presentazione di una dichiarazione 2024 integrativa entro il 31 ottobre 2025, che a quel punto ricalcolerà la detrazione non più su 4 ma su 10 anni.
Volendo fare un banale esempio matematico, giusto per capirci: immaginiamo che l’imposta lorda annua sia 50, ma che la rata quadriennale di Superbonus sia di 100. Ecco che il contribuente, in questa situazione, potrebbe recuperare solo metà della detrazione che realmente gli spetta. Se invece il Superbonus – dilazionato stavolta su un periodo non più di 4 ma di 10 anni – avesse dieci rate annue detraibili da 40 euro, ecco che una detrazione così ripartita potrebbe comodamente rientrare in un’imposta da 50 euro ed essere goduta a pieno.