730 precompilato: dal 15 aprile sipario alzato
Non ne sono invece destinatari i soli lavoratori autonomi titolari di partita Iva, i contribuenti che nel corso del 2018 non abbiano esercitato un’attività da lavoro dipendente/assimilato, le colf e le badanti (queste ultime, però, potranno comunque presentare il 730 senza sostituto, recuperando, ove possibile, il bonus Renzi da 80 euro).
Negli anni della precompilata, cioè dal 2015 ad oggi, il menu dei dati che l’Agenzia delle Entrate ha fatto trovare già inseriti al contribuente si è andato via via ampliando. Se ricorderete, nell’anno di debutto i contribuenti vi avevano trovato inserite solo poche voci: i redditi dei terreni e dei fabbricati, quelli da lavoro dipendente e pensione, più gli interessi sui mutui e i contributi previdenziali-assistenziali.
Dopodiché, anno dopo anno, il ventaglio delle informazioni si è notevolmente allargato, includendo ad esempio le spese d’istruzione, le spese funebri, le spese veterinarie, i premi di assicurazioni sulla vita e ovviamente tutto il ricco comparto delle spese mediche, ivi compresi (dallo scorso anno) i farmaci da banco, le spese per gli psicologi, le spese ottiche (occhiali, lenti a contatto ecc).
Inoltre, fra le altre somme che i contribuenti troveranno nella dichiarazione precompilata, vi sono anche quelle comunicate all’amministrazione finanziaria dagli amministratori di condominio relativamente agli interventi di recupero del patrimonio edilizio e di riqualificazione energetica effettuati sulle parti comuni degli edifici.
Nell’ultima fase, invece, sono entrate a far parte della dichiarazione precompilata le spese per gli asili nido e tutte le donazioni ad Onlus, associazioni di promozione sociale, fondazioni e ulteriori associazioni. Al tempo stesso, però, resta da evidenziare l’assenza di tutta un’altra serie di informazioni come le spese di affitto generalmente intese oltre a quelle, specificatamente, sostenute dagli inquilini o dagli studenti fuori sede. Mancheranno inoltre anche le spese per le attività sportive dei ragazzi.
In sostanza, a livello di informazioni disponibili sul modello precompilato, non vi sono differenze fra il Modello 730 e il Modello REDDITI. Il REDDITI precompilato contiene infatti gli stessi dati già inclusi nel 730 e per di più non contiene i redditi esteri, d’impresa e da lavoro autonomo non occasionale, che quindi andranno per forza integrati.
Detto questo, com’è che ci si “impossessa” dei modelli? Va chiarito subito che né il 730 né il REDDITI precompilato vengono spediti a casa e tanto meno per posta elettronica. L’Agenzia delle Entrate li carica online in un’area riservata del proprio sito, per accedere alla quale il contribuente dovrà fare richiesta di un codice PIN. Dopodiché, una volta ricevuto il PIN, potrà consultare la dichiarazione ed eventualmente integrarla in via autonoma, restando pienamente responsabile di quanto dichiarato.
Altrimenti, senza dover aspettare di ottenere il PIN, c’è sempre la possibilità di rivolgersi a un CAF, il quale potrà scaricare la dichiarazione per conto del contribuente e assisterlo passo passo nella procedura di verifica e invio, fermo restando che i contribuenti per cui l’Agenzia predispone il modello precompilato non sono affatto obbligati a utilizzarlo, essendo sempre percorribile la soluzione del modello ordinario, cioè il modello compilato da zero senza la base dei dati precompilati (l’Agenzia infatti prende sempre come riferimento ciò che il contribuente consegna).
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