Assegno Unico: gli arretrati passano dall’ISEE
Come nel 2022, anche il prossimo 30 giugno sarà una data spartiacque ai fini dell’Assegno Unico, per l’esattezza in chiave ISEE, nel caso in cui le famiglie che lo stanno ricevendo non abbiano ancora presentato l’indicatore economico aggiornato al 2023 (quindi calcolato sulla base dei redditi e patrimoni 2021). Perché proprio il 30 giugno? La ragione sta nel fatto che fino a quella data è appunto ammessa la presentazione dell’ISEE 2023 che permetterebbe alle famiglie di ricevere gli arretrati dell’Assegno a partire da marzo in proporzione alla fascia economica nella quale si collocano, anziché continuare a ricevere mensilmente la misura minima da 50 euro in giù (a seconda dei casi) spettante in assenza di ISEE (oppure in caso di un ISEE più “robusto” al di sopra della soglia di 40.000 euro).
Assegno Unico: ISEE per appuntamento al CAF ACLI
C’è dunque più di un mese per organizzarsi coi documenti occorrenti e – se serve – con gli appuntamenti al CAF, tenendo presente che per i CAF, con l’imperversare della campagna dichiarativa dei 730 entrata ormai definitivamente nel vivo, si tratta di un periodo molto frenetico e denso di lavoro visto, che tale resterà fino alla scadenza finale del 730 il prossimo 2 ottobre. Quindi, a meno di non voler provvedere da soli tramite gli ISEE precompilati dell’INPS, è bene muoversi quanto prima senza ridursi troppo sul filo di lana e rischiare così di non poter avere l’ISEE 2023 calcolato in tempo per fine giugno (qui tutti i riferimenti per contattare CAF ACLI Service Roma).
Assegno Unico: chi deve fare l’ISEE
Ribadiamo che tutto questo discorso è rivolto ovviamente a una sola tipologia di nucleo familiare, ossia quelle famiglie che pur ricevendo l’Assegno Unico fin dal marzo 2022 (momento del debutto) o da marzo di quest’anno, quando è scattata la seconda annualità, non hanno comunque presentato l’ISEE 2023. L’Assegno, difatti, è una misura che in linea generale spetta a prescindere dall’ISEE, basta che in una famiglia ci siano dei figli fino a 21 anni, dopodiché dai 22 anni in su ripartono le normali detrazioni sui carichi fiscali applicate fino al febbraio 2022. Al tempo stesso, però, è una misura che non viene erogata in misura fissa, ma è appunto graduata (un po’ come accadeva col vecchio bonus bebè) a seconda dal tenore economico del nucleo, cosa che si evince appunto dall’ISEE, ragion per cui in assenza di ISEE, non potendo risalire alla fascia economica della famiglia e di conseguenza alla mensilità di assegno che realmente le spetterebbe, l’INPS eroga l’assegno nella sua misura minima.
Assegno Unico: perché serve l’ISEE entro il 30 giugno
Per ovviare a ciò serve dunque l’ISEE, e presentarlo entro il 30 giugno fa molta differenza, perché vorrebbe dire assicurarsi le maggiori quote arretrate di assegno relative al periodo da marzo fino a giugno stesso. Se invece l’ISEE fosse presentato dopo il 30 giugno, e fosse effettivamente non superiore a 40.000 euro, l’Assegno verrebbe sì erogato nella sua misura corretta, parametrata cioè al tenore della famiglia, ma solo a partire dal momento in cui l’ISEE verrà effettivamente presentato, quindi la famiglia perderebbe in ogni caso il diritto alle maggiori quote arretrate di marzo-giugno.
Volendo ipotizzare un caso pratico: una famiglia con due bambini che ha fatto regolare domanda di assegno a marzo 2023, ma senza essere in possesso di un ISEE valido, e che finora ha beneficiato per ciascun figlio dell’assegno minimo pari a 50 euro al mese, se ad esempio presentasse un ISEE di 24.000 euro entro il 30 giugno, avrebbe diritto a partire da marzo a un importo di 129,5 euro al mese per ciascun figlio (ciò che spetta per la fascia ISEE da 24.000 a 24.100), quindi nel complesso 159 euro in più mensili (79,5 euro di maggior quota per figlio). Quindi, questi ulteriori 79,5 euro a figlio per i mesi di marzo, aprile, maggio e giugno, gli verrebbero erogati a fronte della consegna dell’ISEE non più tardi del 30 giugno. Se invece la stessa famiglia presentasse l’ISEE 2023 dopo giugno, ad esempio a settembre, l’importo mensile di 129,5 euro a figlio scatterebbe solo dalla mensilità di settembre.
FONTE CAF ACLI