Assegno Unico: pagamenti INPS avviati dal 1° marzo
Dal 1° marzo è partita ufficialmente l’era dell’Assegno Unico. La legge infatti aveva indicato il primo giorno di marzo come data effettiva di entrata in vigore della prestazione “unica e universale” che accorperà, in un solo beneficio, tante altre agevolazioni o bonus destinati a sparire. L’INPS, quindi, ha iniziato a pagare da ieri i primi assegni alle famiglie che lo hanno richiesto nei due mesi di gennaio e febbraio e così andrà avanti per tutto marzo: cioè versamenti a chi ha fatto domanda in gennaio-febbraio, dopodiché ad aprile verranno pagati gli assegni richiesti a marzo, e così via.
Come abbiamo già spiegato nelle nostre news dei giorni scorsi, la domanda può essere presentata avvalendosi anche degli sportelli del Patronato ACLI di Roma. Questo è certamente un aspetto da tenere bene a mente: la domanda va fatta, sempre e comunque, a meno che il nucleo non sia già percettore di Reddito di Cittadinanza, e allora in tal caso l’Assegno Unico verrà erogato d’ufficio per la quota-parte residua fino a raggiungere (sommandola all’RdC) l’importo che sarebbe spettato in assenza di RdC. Ma in tutti gli altri casi, ribadiamo, la domanda va/andrà per forza trasmessa per assicurarsi l’erogazione dell’importo.
È importante per altro andarci muniti di un ISEE valido 2022, perché l’Assegno spetta in funzione del valore economico ISEE (più è alto quest’ultimo più si abbassa il primo). Non che l’assenza dell’ISEE rappresenti un ostacolo, nel senso che l’Assegno verrà comunque versato a partire dal mese successivo alla domanda anche senza aver allegato il valore ISEE, ma in tal caso l’INPS pagherà la quota spettante minima destinata ai nuclei con ISEE over 40.000 euro (per il calcolo ISEE è possibile rivolgersi a CAF ACLI di Roma, in sede oppure online).
In ogni caso la procedura prevede anche l’inserimento dell’ISEE successivamente alla domanda di Assegno, così facendo la prestazione verrà inizialmente pagata al minimo, poi, non appena la domanda verrà integrata con l’ISEE, la prima quota utile successiva all’integrazione verrà parametrata secondo l’importo corretto in base al valore dell’indicatore economico.
Entrando invece un po’ più nel dettaglio, l’Assegno Unico va a rimpiazzare prestazioni come il Premio alla nascita, il Bonus Bebè, il Fondo prestiti ai neo genitori e gli assegni al nucleo familiare, alcuni di essi già abrogati dal 1° gennaio, mentre altri decaduti appunto da ieri, 1° marzo. E nel solco della “rivoluzione” ci finiscono anche le detrazioni fiscali sui figli a carico, che però rimarranno in vigore per i ragazzi dai 22 anni in su, cioè quelli per cui l’INPS non paga l’Assegno.
Chiariamo allora chi sono i veri protagonisti: di base la prestazione viene erogata per ogni figlio minorenne a carico, già a decorrere dal settimo mese di gravidanza; per quanto riguarda invece i figli maggiorenni, proseguirà fino all’età di 21 anni, ma a condizione che i figli rientrino in una delle seguenti casistiche:
- frequentino un corso di formazione scolastica o professionale, ovvero un corso di laurea;
- svolgano un tirocinio ovvero un’attività lavorativa e posseggano un reddito complessivo inferiore a 8.000 euro annui;
- siano registrati come disoccupati e in cerca di un lavoro presso i servizi pubblici per l’impiego;
- svolgano il servizio civile universale.
Vi è poi il caso dei figli disabili a carico per i quali l’assegno “eluderà” le regole ordinarie sopra descritte, e quindi verrà erogato senza condizioni o limiti di età. In ogni caso, se ancora non è stata fatta la domanda non bisogna farsi prendere dall’ansia, perché fino al 30 giugno l’INPS garantisce comunque il pagamento delle mensilità arretrate a partire da marzo. Quindi, in pratica, anche ipotizzando di fare domanda in extremis il 30 giugno, a luglio l’INPS pagherà non solo il mese di giugno ma anche le mensilità di marzo, aprile e maggio.
FONTE CAF ACLI