Dichiarazione tardiva; il tempo scade il 28 febbraio 2023
Se non si è adempiuto all’obbligo della dichiarazione 2022, anno 2021, entro lo scorso 30 novembre – termine ultimo per la consegna del Modello REDDITI (ex Modello UNICO) o IRAP –, i “tempi supplementari” che permettono entro i 90 giorni successivi alla scadenza ordinaria di trasmettere la cosiddetta dichiarazione tardiva scadranno il prossimo 28 febbraio.
Modello REDDITI tardivo (ex Modello UNICO) entro quando va presentato?
Quindi, qualunque dichiarazione 2022 che avrebbe dovuto essere consegnata tramite 730 o REDDITI entro le rispettive scadenze del 30 settembre o del 30 novembre, se trasmessa entro il 28 febbraio 2023 (servizio per cui è possibile chiedere assistenza a CAF ACLI Service Roma) sarà a tutti gli effetti valida da un punto di vista tributario, coi normali effetti fiscali che si generano dalle situazioni di credito o debito, fatti salvi gli interessi e le sanzioni applicati comunque in forma più lieve.
Modello REDDITI tardivo (ex Modello UNICO) col ravvedimento operoso
In questi casi interviene infatti lo “scudo” del ravvedimento operoso, cioè il mezzo tramite il quale il contribuente dimostra di voler rimediare spontaneamente a una sua inadempienza, col risultato, appunto, di avere una sanzione più mitigata rispetto al normale, il cui importo varierà a seconda della presenza o meno di imposta nella dichiarazione tardiva.
Dichiarazione tardiva: con imposta dovuta o senza?
In caso allora di dichiarazione senza imposta dovuta, il conto è presto fatto perché si applica la sola sanzione fissa di 250 euro legata alla consegna tardiva, che però, per effetto del ravvedimento operoso, viene ridotta a 1/10, quindi di fatto a 25 euro. Nel caso invece di dichiarazione con imposta dovuta, si dovranno allora versare, oltre al tributo, anche gli interessi calcolati a partire dal termine ordinario del 30/11, più la sanzione per omesso versamento, anch’essa calcolata a seconda del momento in cui avviene la tardiva regolarizzazione.
Senza dichiarazione tardiva c’è l’omissione
Morale della favola: è bene tenere d’occhio il calendario, specie se nella propria posizione fiscale si dovesse essere soggetti a un’imposta non versata. Ma al netto di questo va anche detto che la dichiarazione tardiva è l’ultimo baluardo prima che la semplice “dimenticanza”, tollerata appunto come tale fino al 28 febbraio, non diventi a tutti gli effetti una vera e propria omissione, visto che a partire dal 1° marzo, i modelli non consegnati su cui verteva l’obbligo di trasmissione, verranno a quel punto considerati omessi, con effetti certamente più pesanti dal punto di vista sanzionatorio.
FONTE CAF ACLI