Che cos’è il “Reddito di inclusione”?
Dal primo gennaio 2018 anche l’Italia avrà uno strumento unico nazionale di contrasto alla povertà e all’esclusione sociale. Si chiama Rei, Reddito di inclusione. Inizialmente, a causa delle risorse limitate, riguarderà meno del 40% delle persone in condizione di povertà assoluta. Si tratta comunque di un passo in avanti rispetto al Sia, il sostegno all’inclusione attiva sperimentato nelle grandi città. «Il Rei è legge: un aiuto alle famiglie più deboli», sottolinea il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni.
I requisiti
Il Consiglio dei ministri ha approvato ieri in via definitiva il decreto attuativo della legge delega sulla povertà che introduce appunto il Rei. Le domande per ottenerlo si potranno presentare, dal primo dicembre, presso il Comune di residenza che la trasmetterà all’Inps. Il Rei è un assegno variabile mensile accompagnato da un progetto di reinserimento sociale e lavorativo. Viene riconosciuto alle famiglie con un valore dell’Isee, l’indicatore della situazione economica familiare, non superiore a 6 mila euro e un valore del patrimonio immobiliare, diverso dalla casa di abitazione, al massimo di 20 mila euro. La precedenza nella concessione del Rei sarà data alle famiglie con figli minorenni o disabili, con donne in stato di gravidanza o con disoccupati ultracinquantenni.