Pensioni: montante contributivo individuale e calcolo della pensione
Sapere come verrà calcolata la tua futura pensione non è una cosa da “vecchi” anzi: una conoscenza, seppur generale, può aiutarti nelle scelte lavorative e, ad esempio, nella valutazione di forme d’investimento previdenziale. Conoscere e valutare crea consapevolezza di come sarà il tuo futuro per non avere brutte sorprese.
Ogni tipologia di lavoro, che sia come dipendente o autonomo, escluso, naturalmente, il lavoro “nero”, prevede l’obbligo del versamento dei contributi previdenziali.
Quando si entra nel mondo del lavoro, automaticamente viene aperta la propria “posizione assicurativa” individuale dove vengono accreditati i contributi che, al raggiungimento dei requisiti previsti dalla normativa – in generale, sono essenzialmente il requisito anagrafico e quello di anzianità assicurativa e contributiva – danno diritto alla pensione.
E come se aprissimo un “libretto di risparmio” dove, nel corso degli anni, vengono accreditati i versamenti contributivi pagati dai datori di lavoro o in proprio.
I contributi previdenziali
L’ammontare dei contributi previdenziali versati è strettamente relazionato e quantificato in base alle retribuzioni o ai redditi prodotti dalla propria attività autonoma. Questo vero e proprio “tesoretto” individuale costituisce il capitale accumulato nel corso degli anni e, nel linguaggio previdenziale, prende il nome di “montante contributivo”.
Oltre al montante contributivo, ci sono altre due cose importanti da conoscere che influiscono sul calcolo della pensione contributiva: il tasso di capitalizzazione e il coefficiente di trasformazione.
Il montante contributivo individuale
Questo “tesoretto”, pilastro del calcolo contributivo della pensione, per i periodi di assicurazione previdenziale successivi al 1° gennaio 1996, è costituito da diversi componenti:
• i contributi obbligatori, derivanti dall’attività lavorativa esercitata, calcolati rispetto alla retribuzione annua per i lavoratori dipendenti (pari al 33% della retribuzione imponibile previdenziale) o al reddito annuo prodotto dall’impresa per i lavoratori autonomi (per questa categoria viene considerata l’aliquota del 20%, fino al 2011 e, dal 2018, il 24% del reddito).
Per coloro che svolgono attività parasubordinata e comunque per tutti i lavoratori iscritti alla Gestione Separata INPS, l’aliquota è del 27% per gli anni 2012/2013 fino ad arrivare al 33% dal 2018.
• i periodi di contribuzione volontaria, i contributi volontari possono essere versati dall’assicurato, nel caso di cessazione dell’attività lavorativa, per assicurarsi il raggiungimento del requisito assicurativo della pensione
• i periodi di contribuzione figurativa, periodi durante i quali l’attività lavorativa è sospesa o assente, come nel caso del servizio militare di leva o il servizio civile prestato dagli obiettori di coscienza, i periodi di maternità, malattia o infortunio
• i periodi riscattati a titolo oneroso, come gli anni del corso di laurea, quelli relativi al servizio civile volontario, i periodi lavorativi durante i quali è stato omesso il versamento dei contributi da parte del datore di lavoro e sono oggetto di prescrizione, ecc..
Il tasso di capitalizzazione
Il montante contributivo viene “capitalizzato”, ossia rivalutato, con il tasso annuo di capitalizzazione, determinato sulla base della variazione media quinquennale del prodotto interno lordo, (PIL) nominale, appositamente calcolata dall’Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT), con riferimento al quinquennio precedente l’anno da rivalutare.
Il coefficiente di trasformazione
Quando è il momento di andare in pensione, al montante contributivo, il nostro “tesoretto”, viene infine applicato un “coefficiente di trasformazione” che, a seconda dell’età con la quale si accede al pensionamento, aumenta il capitale accantonato al fine di calcolare la rendita pensionistica: più è alta l’età di pensionamento, più alto è il coefficiente. Questo coefficiente viene adeguato ogni tre anni sulla base dell’aspettativa di vita nazionale.
Informarsi ed essere consapevoli grazie al Patronato ACLI di Roma
Gli Operatori del Patronato ACLI di Roma sono a completa disposizione per una consulenza su misura inerente la tua futura pensione: sappiamo bene che ogni carriera lavorativa è differente e le esigenze della vita sono diverse!