Reddito di Cittadinanza: prima ondata senza disagi, ma CAF sempre attivi
L’impatto della prima ondata non ha portato i disagi che si temevano. Tutto, insomma, è trascorso ordinatamente, e senza resse, agli sportelli dei CAF che nella giornata del 6 marzo, e in quelle successive, hanno aperto (e stanno continuando ad aprire) le porte ai cittadini per l’elaborazione e l’inoltro delle domande di Reddito di Cittadinanza (RdC), il cui decreto, attualmente in fase di approvazione alla Camera di Montecitorio, aveva già incassato l’ok del Senato nella giornata del 27 febbraio.
“Sono circa 219.000 – ha informato l’8 marzo la Consulta Nazionale dei CAF – i cittadini italiani che tra le domande già sottoscritte e gli appuntamenti confermati, sono passati negli oltre 10.000 sportelli dei CAF aderenti alla Consulta Nazionale, nei primi due giorni di apertura dedicati al Reddito di Cittadinanza. Il risultato raggiunto è in linea con le nostre previsioni e riteniamo che il nostro lavoro si stia sviluppando coerentemente con gli impegni che abbiamo assunto con il Governo e con l’INPS”.
In ogni caso, in previsione di un plausibile aumento di richieste nelle prossime settimane, “le organizzazioni dei CAF aderenti la Consulta – prosegue il comunicato – stanno allargando le maglie nelle proprie strutture per ricevere un numero ancora più consistente di singoli e famiglie: aumentano gli operatori agli sportelli e aumenteranno anche le possibilità di appuntamento per i prossimi giorni”. Quindi, per farsi un quadro ben dettagliato della situazione al di là di queste prime giornate di attivazione del servizio, bisognerà lasciar trascorrere un periodo più congruo, dando anche il tempo ai Centri di Assistenza Fiscale di assorbire tutta la clientela della “prima ora” che già aveva fissato appuntamenti ai fini della richiesta.
Quello che invece possiamo fare di immediato e concreto è tracciare un ripasso sulle regole basilari di acceso al RdC, e in particolare sul ruolo effettivo riservato ai CAF. Anzitutto va premesso che il RdC è definito “misura unica di contrasto alla povertà, alla disuguaglianza e all’esclusione sociale”. “Unica” perché la sua approvazione va a sostituire il vecchio REI (Reddito di Inclusione). Cioè, in pratica, le eventuali erogazioni del REI già in essere non verranno interrotte dal giorno alla notte e procederanno fino a naturale scadenza, ma una volta scadute, coloro che ne avessero beneficiato, non potendo chiederne il rinnovo, dovranno per forza fare domanda per il Reddito di Cittadinanza.
Come e a chi? È possibile muoversi in tre modi:
- telematicamente tramite il sito ufficiale governativo;
- rivolgendosi a un ufficio postale;
- oppure tramite una sede CAF di fiducia;
Prima ancora però di fare domanda è necessario essere in possesso di un’attestazione ISEE in corso di validità, servizio gratuito per il quale è possibile fissare un appuntamento con CAF ACLI (per conoscere i requisiti di accesso al RdC leggi la nostra scheda informativa). Poi, una volta che il cittadino sarà in possesso della sua attestazione, sarà possibile, sempre presso le nostre sedi CAF ACLI, procedere con l’inoltro della domanda vera e propria ai fini del Reddito di Cittadinanza. Per capire dunque, oggettivamente, cosa i CAF possono o non possono fare, bisogna aver chiare a monte tutte e tre le fasi della procedura che porta all’ottenimento del RdC.
Ci sono infatti:
- una fase preliminare in cui la domanda viene compilata e inviata all’Inps;
- una fase intermedia in cui la domanda viene esaminata dall’Inps ed eventualmente accolta;
- e infine la fase avanzata in cui il richiedente, dopo aver avuto conferma dell’accoglimento della domanda da parte dell’Inps, dovrà firmare la cosiddetta Dichiarazione di Immediata Disponibilità al lavoro (DID), fondamentale per farsi attivare il pagamento del RdC.
Il ruolo dei CAF, quindi, resta circoscritto esclusivamente alla fase preliminare, ovvero alla compilazione e all’inoltro della domanda. Al contrario i CAF non rispondono delle successive due fasi. Quindi, riassumendo: l’assistenza dei CAF è limitata all’elaborazione della Dsu ISEE e alla compilazione, più trasmissione, della domanda di RdC; sarà poi l’Inps a ricevere le domande, valutandone o meno l’idoneità, e a contattare il cittadino comunicandogli l’esito di accoglimento o diniego della domanda.